ISOLE ITALIANE – arcipelaghi ed isole marittime minori

Un viaggio con nuovi occhi | Mag 06 | 2020 |

Isole italiane minori: un patrimonio che sorprende per la sua abbondanza e bellezza, degno di essere considerato valida meta turistica per escursioni e soggiorni.


ISOLE DEL MAR LIGURE


Si tratta di piccole isole appartenenti all’Arcipelago Spezzino, localizzato nel mar Ligure, a sud della punta di Portovenere, nell’area occidentale del golfo della Spezia (isola di Palmaria, il Tino e il Tinetto). Sempre appartenenti a questo arcipelago, l’isolotto denominato isola della Scuola (o Torre Scola) e alcuni scogli minori.

Gallinara e l’isola di Bergeggi sono isole separate, indipendenti, anche se vicine.
Gallinara è famosa per ospitare una delle più grandi colonie di nidificazione dei gabbiani reali che si distribuiscono allegramente lungo le sue coste frastagliate. Sull’isola sono presenti due gallerie scavate dai prigionieri di guerra durante l’occupazione dei tedeschi (2° guerra mondiale). Alte circa due metri, larghe circa tre metri, con una sezione quadrata irregolare e permettevano un controllo marittimo a 360° sulla zona di mare antistante.
L’attività subacquea presso l’isola (prima proibita per via della presenza di ordigni bellici inesplosi sul fondale e di un relitto risalente al XVIII secolo) è premessa con guide specializzate: sui fondali e sulle pareti si possono trovare margherite di mare, spugne gialle, rare Chaetaster longipes ed una grande abbondanza di vita bentonica.

Infine, l’Isola di Bergeggi o di Sant’Eugenio, è un isolotto situato nei pressi della Riviera ligure di Ponente, di fronte al comune di Bergeggi, famosa per la presenza dello storico e simbolico monastero di sant’Eugenio, tutt’oggi caro ai locali e visitato da pellegrini.


CURIOSITÀ – RELITTI 

Ma chi l’avrebbe mai detto che le coste liguri nascondessero veri gioielli sottomarini? L’Umberto I e l’Haven sono i più suggestivi. Il secondo é un gigante affondato in modo drammatico e scenografico, così grande da non poter essere visitato in una sola immersione, di grande impatto emotivo per i giochi di luci e controluci che si formano tra scale e ponti. Le coste liguri conservano in realtà molti altri relitti.



ISOLE DEL MAR TIRRENO


Le isole del Mediterraneo, includono gli arcipelaghi Toscano, Pontino, Napoletano, Laziale oltre a, ovviamente, tutte le isole appartenenti alle regioni di Sardegna e Sicilia (leggi di più CLICCANDO QUI)


CURIOSITÀ – LIDI e TIRRENI

Tirreno (greco antico Τυρρηνός, latino Tyrrhenus) fu, nel mito greco, figlio di del Re di Lidia. Il sovrano, a fronte di una grave carestia che rendeva scarse le risorse per la sopravvivenza, fu costretto a scegliere uno dei suoi due figli per cacciare l’altro. Il re scelse il figlio Lido, così Tirreno fu costretto a lasciare la patria, seguito da buona parte del popolo (i Lidi). Partì diretto verso Smirne; attraversando il Mediterraneo arrivarono in suolo italico dove fondarono le dodici città dell’Etruria (territorio che oggi corrisponde a grandi linee a Lazio settentrionale e Toscana). I Lidi, per onorare Tirreno che li aveva coraggiosamente guidati in una nuova e ricca terra, decisero di chiamarsi Tirreni, nome col quale sono noti gli Etruschi. Dal nome del capo, Tarconte, prende il nome quella città etrusca che si chiamò poi Tarquinia.


Iniziamo con il celeberrimo ARCIPELAGO TOSCANO, formato da un gruppo di isole maggiori (Elba, Giglio, Capraia, Pianosa, Montecristo, Giannutri, Gorgona, Argentarola e isola Rossa) ed altre isole minori (situate tra la terraferma toscana e la Corsica). Le isole abitate costituiscono una vera e propria ricchezza turistica e sono ormai da anni frequentate da migliaia di turisti italiani e stranieri. Essendo facilmente raggiungibili dalle maggiori città della terraferma circostante, esse si prestano (anche per la posizione centrale lungo la penisola) ad essere sfruttate per vacanze o gite di qualche giorno.


Le ISOLE PONTINE (o Ponziane), incantevoli isole vulcaniche frequentate anche per gite giornaliere da visitatori provenienti dai centri turistici culturali del Lazio e della Campania. Acque limpide, atmosfera familiare e accogliente: dalla primavera all’autunno la loro bellezza le rende sexy ed irresistibili. Sono 6 le isole laziali: Ponza, Palmarola, Zannone, Gavi, Ventotene, Santo Stefano. Tutte facili da raggiungere in traghetto o aliscafo; offrono spiagge rocciose e sabbiose, archi naturali, faraglioni, mare incontaminato, romantiche calette… tutto insomma!
Ponza, la maggiore, è allegra, con vicoli animati da botteghe d’artigianato, tipici locali, case col tetto a botte e semplici facciate dipinte con colori pastello. Oltre alle spiagge, le isole Ponziane offrono interessanti spettacoli sottomarini, assai apprezzati dai sub.
E per gli amanti della natura, particolari esemplari di fauna endemica (farfalla di Ponza “Hypparchia sbordoni” e lucertola di Lataste “Podarcis latastei”) oltre a molte riserve naturali.


CURIOSITÀ – PONZA FATALE
Omero la chiamò “Eea” (da Eos, aurora, o da Eeus, triste), Giovanni Boccaccio la descrisse ne “La Geneologia degli Dei” denominandola “Monteblivione” o luogo di oblio, Virgilio la definì l’isola di Circe: da sempre Ponza è stata descritta come luogo in cui ogni uomo deve cedere di fronte al fascino delle fanciulle locali. E se tutto ciò fosse dovuto a ciò che narra la leggenda? E se Ponza fosse davvero la dimora della maga Circe? Si narra che Ella, “giunta con il carro del sole sull’isola che il mar senza confine circonda (Omero)”, tramutò in porci i molli uomini e le donne in sirene, per attirare i naviganti con il loro dolcissimo canto. Ed infatti, lo scaltro Ulisse giunto sull’isola con i suoi compagni, li vide trasformati in porci. Egli si salvò dall’incantesimo solo assumendo un’erba datagli da Mercurio, ma non sfuggi all’incanto dell’amore: ebbe un figlio con Circe, Telegono, progenitore di Italo che dette poi il nome all’Italia. Ricordiamo che Telegono vendicò la madre Circe, abbandonata da Ulisse tornato in patria, uccidendolo nella sua reggia di Itaca.



ARCIPELAGO CAMPANO o NAPOLETANO, le cui isole principali sono: Ischia, Capri, Procida, Vivara, Nisida, tutte ubicate nel golfo di Napoli.
L’arcipelago un tempo chiamato anche “Partenopeo”, include anche un gruppo ristretto di isolette minori, chiamate “Flegre” per le caratteristiche geologiche simili a quelle dei Campi Flegrei.

Molti gli isolotti ed i faraglioni; tra i primi da ricordare almeno l’isolotto del Castello Aragonese (Ischia), l’isolotto di San Martino (Procida), l’isolotto della Gaiola e l’isolotto del castel dell’Ovo (Napoli). Tra  i secondi i Faraglioni delle tre isole de Li Galli (costiera Amalfitana).


CURIOSITÀ – NAPOLI E LE ISOLE IN CITTÀ

Anche Napoli vanta ben tre isole scomparse: l’isolotto del Lazzaretto (oramai inglobato da una strada ponte quale slargo nella strada di collegamento), l’isolotto di San Leonardo (corrispondente all’attuale Rotonda Diaz in via Caracciolo, Napoli); l’isolotto di San Vincenzo (inglobato nel 1596 nel nuovo molo del porto di Napoli).


ISOLE DEL MAR IONIO


Si tratta del bacino del mar Mediterraneo orientale, tra la Sicilia, l’Italia meridionale (Puglia, Basilicata e Calabria), l’Albania (prefettura di Valona) e la Grecia (Isole Ionie). Un tempo italiane, le isole IONICHE (quelle oggi conosciute) appartengono per la maggior parte alla Grecia.
A noi ne restano alcune, ma molte le abbiamo già annoverato tra gli arcipelaghi citati in precedenza (Isole Ciclopi, Augusta ed Ortigia, Ognina, Vendicari e Capo passo); oltre ad esse un buon numero di isolotti, scogli ed isolette minori pressoché sconosciuti.

Tra le isole del Mar Ionio no ancora elencate, le Isole Cheradi (San Pietro e San Paolo, che separano la rada di Taranto dal Mar Ionio). Nel dopoguerra la più piccola delle due (San Paolo) ospitava una base della Marina Militare (ormai abbandonata) mentre San Pietro era sede del distaccamento Marina della stazione semaforica. L’isola di San Pietro è raggiungibile da aprile ad ottobre con un traghetto pubblico; vanta meravigliose spiagge e verdeggianti pinete.
Particolarmente ricchi i loro fondali sottomarini, con specie faunistiche pregiate tra cui spugne di mare, labridi e numerosi gobidi. Non rari branchi di delfini scorrazzanti, divenuti oggi simbolo di Taranto. Anche gli appassionati di birdwatching prediligono queste isole per le molte specie di uccelli e passeriformi che trovano rifugio sull’isola di San Pietro (barbagianni, beccaccia di mare, quaglia, martin pescatore, gheppio, tortore, e naturalmente gabbiani e cormorani). Infine non mancano all’appello piccoli rettili come lucertole e gechi. Sui fondali, bassi e sabbiosi, albergano una massiccia presenza di alghe, avannotti, molluschi e spugne, celenterati, vermi, tunicati, ricci, stelle marine e pesci di svariate specie.


CURIOSITÀ – TARAS, FALANTO, ARIONE E DELFINI

Lo stemma della città di Taranto rappresenta un uomo (Taras) a cavallo di un delfino che impugna a sinistra un tridente (noto simbolo di Nettuno) ed a destra un panneggio svolazzante. Le origini risalgono alla fondazione della Città dei Due Mari, citata per la prima volta nei racconti degli storici Eforo e Strabone. A Falanto fu attribuito il merito della nascita di Tarano secondo una leggenda che narra che questi arrivò sulle coste cittadine in groppa di un delfino. La storia, già di per sé sensazionale, richiamava alla memoria un avvenimento simile attribuito a Taras (età predorica). Le storie di Taras e Falanto si intrecciano ad un terzo personaggio, il citarista Arione, che dopo aver intrattenuto il tiranno di Corinto, Periandro, con i suoi canti e la sua musica, si trasferì a Taranto, dove fece fortuna. Durante il viaggio di ritorno verso la città greca, fu gettato in mare dal suo equipaggio, ma riuscì a salvarsi soccorso da un gruppo di delfini ammaliati dai suoi canti di lode.
Il delfino, che in antichità era abbinato alla figura di Apollo, dio degli oracoli nonché protettore dei naviganti, è l’animale che lega le storie di Taras, Falanto e Arione a Taranto. Il sodalizio tra i delfini e la città pugliese viene riconfermato quotidianamente, poiché ogni giorno questi simpatici animali fanno capolino dalle acque cristalline del luogo. Ecco perché il Golfo di Taranto è anche conosciuto come dimora dei delfini.


ISOLE DEL MAR ADRIATICO


L’arcipelago delle Isole Tremiti, conosciute anche come isole Diomedee, sono l’unico arcipelago italiano del mare Adriatico. Si trovano ad una ventina di chilometri più a nord del promontorio del Gargano, quasi di fronte ai laghi di Lesina e di Varano.
Cinque isole: San Domino, San Nicola, Capraia, Cretaccio e Pianosa.
Le prime due sono le uniche abitate, soprattutto nel periodo estivo grazie alle frotte di turisti in arrivo da tutt’Europa.
Le Tremiti sono un piccolissimo paradiso naturale baciate da un mare azzurro e limpido simile alle rinomate località tropicali. Fondali variopinti e puliti, clima gradevole, aria pura, vegetazione rigogliosa, natura incontaminata, coste rocciose caratterizzate da calette e grotte suggestive.
Sono luoghi di bellezza straordinaria, irresistibile richiamo per chi è appassionato di mare e natura; nonostante le piccole dimensione, offrono un sorprendente campionario di ambienti; in soli venti chilometri si trovano coste basse con spiagge sabbiose, baie e promontori, coste alte e rocciose, falesie a strapiombo sul mare.

Ciascuna isola ha caratteristiche differenti e per certi versi complementari alle altre; San Domino, l’isola più estesa, è la più bella dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, ricoperta com’è da una foresta di pini d’Aleppo e lecci, tanto che un tempo era chiamata dai monaci benedettini l’«Orto del Paradiso». E’ facilmente visitabile grazie ai numerosi sentieri attrezzati; per il soggiorno offre hotel, villaggi vacanze, residence e campeggi. Un sogno da realizzare qquello di immergersi nei suoi rigogliosi sottoboschi con specie tipiche della macchia mediterranea (mirto, rosmarino, fillirea, lentisco e ginepro).

L’intero arcipelago è caratterizzato da piccole insenature e calette, alcune molto note come Cala delle Arene, Cala Matano (a strapiombo sul mare), Cala degli Inglesi (dove affondò un battello inglese di contrabbandieri), Cala Tamariello (con accesso diretto al mare e possibilità di attracco di piccoli natanti), Cala Tonda (che forma un suggestivo laghetto).


CURIOSITÀ – 4 SUGGESTIVE CURIOSITÀ SU QUESTO SPLENDIDO ARCIPELAGO

1. L’origine del nome: Trimeros, parola greca che significherebbe “tre isole”.
2. La tomba di Diomede: una delle più antiche e suggestive leggende delle isole Tremiti che recita così: dopo la sconfitta di Troia, Diomede tornò ad Argo ma Afrodite, che voleva vendicarsi, fece in modo che i suoi famigliari non lo riconoscessero. Così, l’eroe dovette ripartire e, dopo varie vicissitudini, approdò alle Tremiti dove trovò la morte. Ecco perché si dice che una delle spiagge delle isole Tremiti sia il luogo di sepoltura di Diomede. Il legame tra l’arcipelago e l’eroe è talmente stretto che le Tremiti sono anche conosciute come isole Diomedee.
3. La costruzione del santuario di Santa Maria a Mare, una fortezza-monastero che rende unico il profilo delle isole Tremiti. Ma come sarà stato possibile erigere una struttura così grande e complessa su un arcipelago così piccolo? Lo spiega una leggenda, che narra di un’apparizione della Madonna che, indicando il luogo, chiese ad un eremita di costruire un grande tempio. In quel punto, l’eremita trovò un’iscrizione sepolcrale ed un grande tesoro che utilizzò per costruire il santuario di Santa Maria a Mare.
4. Il faro: non una leggenda ma un misterioso fatto di cronaca. La notte dell’8 novembre del 1987, un boato fece svegliare tutti: era esplosa una bomba nei pressi del vecchio faro, lasciando sul luogo il corpo di uno degli attentatori. Nessun altro rimase coinvolto nell’esplosione; ancor oggi è sconosciuto il movente dell’attentato.


Tags , , , ,

Questo sito utilizza cookie tecnici e permette l'installazione di cookies di terze parti per offrirti una corretta esperienza di navigazione. Continuando la lettura del sito riterremo che ne accetti l'utilizzo.