A spasso tra l’ITALIA dei MURALES

Un viaggio con nuovi occhi | Apr 15 | 2020 |

Quando pensi ai murales, scommettiamo che tra le prime immagini che ti vengono in mente sono le pareti colorate dalla street art di NEW YORK o a SAN FRANCISCO o magari la EAST SIDEGALLERYDI BERLINO. E scommettiamo anche che “nulla ti farebbe pensare per prima cosa all’Italia”. Beh… non è proprio così!

E se ti dicessimo che anche noi custodiamo un grande patrimonio di “murales” e che, di questo patrimonio, è proprio la Sardegna ad esserne la capitale?

Sì: oltre agli invitanti aromi della macchia mediterranea, al sole caldo e ristoratore, le spiagge di rara bellezza che si tuffano in mari trasparenti, la Sardegna si incorona di altri primati.

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Dunque, dicevamo che la SARDEGNA È CAPITALE DEL MURALISMO ITALIANO. Ma che cosa significa tutto ciò?
Partiamo da un piccolo salto nel tempo arrivando al 1968, un anno di grande fermento politico e culturale: un anno di rivoluzioni.

Era giugno di tanto tempo fa. La memoria non è più così lucida, i ricordi sono soffusi nelle sensazioni dell’entusiasmo, nello stupore di tanta gente, per i muri bianchi! (…) Si iniziava inconsapevolmente una nuova storia di San Sperate, una storia scritta con i colori dell’enturiasmo”.

Sono parole di Pinuccio Sciola che, davanti allo stupore dei compaesani in concomitanza con la festa del Corpus Domini, inizia la rivoluzione dei “muri bianchi”, coprendo di calce i muri di mattoni d’argilla cruda e paglia di SAN SPERATE.


Ma Pinuccio Sciola forse non stava considerando di creare, con questa sua iniziativa, uno dei primi esempi d’arte ambientale d’Italia.
Pinuccio Sciola stava realmente producendo qualcosa che nel nostro Paese era praticamente sconosciuto, ispirandosi all’arte del muralismo messicano, dove il nuovo concetto di pittura andava ad affondare le radici nella collettività, e diventava espressione di libertà, giustizia e impegno civile.

Sciola attinge da questo movimento messicano per rivendicare l’importanza del nostro patrimonio culturale e rurale in antitesi con il modello urbano e riaffermare un’identità nazionale.
Ecco quindi che San Sperate si veste di una colorata originalità, unica al mondo: diventa un paese-museo, seducendo personalità nell’ambito artistico e culturale, anche internazionale.

Impossibile quindi rinunciare ad arricchire la nostra vacanza in quel di CAGLIARI con una meritevole deviazione: in soli venti minuti d’auto potremmo ammirare questo piccolo paese, San Sperate, noto anche come il “Paese degli Artisti”, dove i murales affollano le vie, gli artisti hanno i loro studi d’arte e dove Pinuccio Sciola continua a vivere nelle sue opere collocate nel famoso Giardino museo cittadino.

Una volta stampata una piantina del paese, basta immergersi nelle vie del centro e, casomai, farsi consigliare dagli abitanti del posto sulle vie da non perdere. A nostro parere, non farti sfuggire il murales prospicente la sede del Comune, opera di Angelo Pilloni, e che narra storia del paese di San Sperate.

La Sardegna è dunque patria del muralismo italiano. Ma a questo punto, stuzzicati dall’argomento, non possiamo limitare questo nostro percorso solo a San Sperate.
Apriamo occhi ed ali e voliamo ad ORGOSOLO (provincia di Nuoro) dove ben 150 murales ci aspettano! E questo è il motivo l’appellativo di Orgosolo come “Capitale del muralismo”.
Poco più a sud di Nuoro, in questo paese dell’interno sardo, Dioniso nel 1969 firmò la prima opera, cui se ne aggiunsero molte altre: l’intento comune era quello di onorare la Resistenza e la Liberazione del nostro Paese dal Nazifascismo.
A seguire poi, molti murales collettivi saranno memento della miseria e delle lotte per la terra, della dura vita dei pastori e delle trasformazioni della società italiana nei decenni successivi.


Ti stupirà sapere che per dipingere, gli artisti utilizzano vernici ad acqua estremamente deteriorabili, quindi soggette a visibile avaria. Per questo, una volta sciupate, vengono ritinteggiate solo se la comunità ne avverte il bisogno, altrimenti sono destinate a scomparire.

Anche per questo gli stili sono piuttosto diversificati: dall’impressionismo al realismo all’iperrealismo.

Questo fenomeno è così sentito dalla popolazione locale, che si è diffuso in molti altri paesi: a FONNI e SAN GAVINO, dove i murales raccontano costumi e cultura dei suoi abitanti, a CARBONIA, IGLESIA, SAN TEODORO, dove le case che costeggiano le principali arterie di trasporto sono diventate da tempo delle tele sulle quali sbizzarrire la propria fantasia. FLUMINIMAGGIORE, Sardegna, vero Santo Graal per Writers e appassionati di street art a livello internazionale, con opere che guardano all’Italia degli Anni Settanta e alle tradizioni sarde.


Ma ora arriva lo “scoop”: e se ti rivelassimo che in MOLTE altre sue parti la nostra Penisola ospita questo tipo di arte? Seguici e scopriremo insieme dove.
In alcuni casi ti parleremo di città che hai, con buona probabilità, già visto e visitato, oltre che apprezzato ed amato. Ma ora vogliamo proporti di “visitarle” con nuovi occhi seguendo il “Leit Motiv” del nostro percorso insieme! 


Iniziamo da NAPOLI, dove all’interno dell’area residenziale di Ponticelli, sorge il Parco Merola, oggi conosciuto come Parco dei Murales. Qui un progetto del 2015 ha attivato un programma di riqualificazione artistica e rigenerazione sociale, tramite cui vuole essere riconquistata l’identità sociale del quartiere, in particolar modo con attenzione ai più giovani. Tale progetto ha riscosso tanto successo che ora, oltre a laboratori di breakdance, teatro napoletano e rap, sono state ideate anche le prime audioguide.
Nel sito del Parco, potrai già iniziare ad ammirare alcune delle opere più famose che ivi sono presenti!

http://www.parcodeimurales.it/


Continuiamo verso sud, arrivando nel cosentino dove sorge DIAMANTE, terra “dell’arte e del peperoncino”, da tutti conosciuta per le sue splendide spiagge. Nel 1981, il pittore Nani Razetti dette vita all’ ”Operazione Murales”, grazie alla quale ottanta pittori, tra italiani e stranieri, realizzarono ottanta opere d’arte sui muri delle case e del centro. Con il passare del tempo, molte altre opere sono state poi dipinte, la più nota delle quali è forse il Murales a Mosaico, situato su una delle pareti esterni della Chiesa Madre, grazie al quale è possibile leggere tra i colori la storia della regione.


Ed ora, per movimentare il nostro viaggio, risaliamo nuovamente verso nord, fino a ROCCA DI PAPA, eccellenza dei Castelli Romani dove la passione per i murales ha origine negli Anni Ottanta. Nel sito del Comune di questo piccolo paese, potrai vedere alcuni degli esempi delle decine di opere che sono state create, ispirate ai temi più disparati, grazie all’idea del pittore Miro Fondi, desideroso di diffondere una forma d’arte popolare e d’immediata comprensione.



Proseguendo sostiamo nelle Marche, ancora più a nord, dove sorge BRACCANO, deliziosa frazione del comune di Matelica (provincia di Macerata). Qui sono forse quasi più i murales che gli abitanti stessi!
Nello spettacolare tripudio della natura del Monte San Vicino, il piccolo borgo vive dell’esplosione di colori dei suoi murales che qui, sono molto più recenti, e risalgono agli inizi del Duemila. Questa zona merita davvero una sosta, anche per i molteplici percorsi di trekking tra grotte e anfratti che dipartono proprio da Braccano.

E ti riveliamo una cosa: ti stiamo dando un anticipo sul prossimo weekend fuori porta. Verrai con noi?

Ora arriva il bello: la nostra Valpadana. Notizia forse inaspettata ma … il nostro viaggio nell’Italia dei murales arrivi fino a qui!

A 6 km da Imola, sorge DOZZA, uno dei Cento Borghi più belli d’Italia nell’area metropolitana di Bologna; qui l’arte decorativa si tesse magnificamente con il paesaggio urbano, arredando i muri delle case, le strade, le piazze. Un museo a cielo aperto grazie al quale ha preso vita anche la “Biennale del Muro Dipinto”, la terza settimana del mese di settembre, nata negli Anni Sessanta. Da allora, artisti di tutto il mondo fanno sfoggio della loro tecnica e del loro talento illustrando immagini tratte dal passato o dal mondo contemporaneo o anche visioni astratte: il tutto nella perfetta armonia del contesto del borgo medievale.



E non è ancora finita!

Citiamo ancora ARCUMEGGIA, il paese degli affrescatori popolari”, piccolo borgo incastonato tra le montagne del varesotto, con poetiche vedute sul Lago Maggiore. Un paese che eminenti personalità dal mondo artistico hanno reso un vero gioiello della regione, da Giovanni Brancacci, Remo Brindisi a Ernesto Treccani. Molti dei dipinti sono stati realizzati a partire dal 1956, rendendo di fatto il piccolo paese la prima galleria all’aperto di Italia. Questi incredibili dipinti hanno anche una storia altrettanto incredibile e sono un esempio del potere salvifico dell’arte.

Il paese, infatti, venne svuotato dall’emigrazione e venne scelto come sede della manifestazione “Pittori in vacanza” che avrebbe richiamato artisti in grado di rilanciare l’arte figurativa in contrapposizione alle avanguardie astratte.
L’idea prende vita nel 1956 e subito, l’anno successivo, venne costruita la Casa del Pittore, luogo di soggiorno degli artisti. La formula piace e ogni anno, da allora, un artista giunge al borgo in estate e si impegna a realizzare un affresco sulle pareti delle case, dando nuovo impulso al paese, altrimenti abbandonato.


Anche in Piemonte ed in Veneto esiste il muralismo:

  • in provincia di Cuneo, VERNANTE, dove è stato reso omaggio al Pinocchio di Collodi con scene della celeberrima storia dipinte sulle pareti delle case;
  • in provincia di Belluno CIBIANA DI CADORE, conosciuta come il “paese veneto dei murales”, dove sono presenti più di 50 murales di artisti italiani ma anche internazionali, a partire dal 1980.



In definitiva, possiamo affermare che anche in Italia, quello dei “murales” è un modo sconosciuto (o quasi) che sorprende per la sua abbondanza. Nella fase di ricerca di informazioni per produrre il nostro articolo, ci siamo sorpresi trovandoci al cospetto di un elenco così fitto ed interessante di luoghi Italiani con murales e forme di arte decorativa cittadina.

Abbiamo ammirato come la bellezza di queste città decorate risiede proprio nel fatto che gli spazi siano all’aperto, ma soprattutto aperti ad ogni idea e tendenza: in un contesto accogliente in cui i contributi degli artisti assumono le forme più svariate e tu puoi cercare il tuo fil rouge nei colori, nelle figure, nelle storie e soprattutto nelle sensazioni che ti evocano.

Lunga sarebbe ancora la lista di luoghi da poter menzionare. Concludiamo quindi affermando che questo nostro elenco può solo ricoprire il ruolo di “antipasto” nella scorpacciata inizialmente promessa.

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