La SARDEGNA e le sue curiosità

Un viaggio con nuovi occhi | Apr 15 | 2020 |

Tra VIP, spiagge da sogno e paesaggi mozzafiato, la Sardegna si presenta ogni anno come una delle mete più ambite per splendide vacanze balneari.

È certo, però, che storia, bellezza, arte e gusto la rendono “una prima scelta” anche come destinazione ideale per chi ami vivere vacanze dinamiche e tour che possano includere visite storico-culturali, escursioni naturalistiche ed attività sportive, oltre a rigeneranti pause per gustare la prelibata cucina locale.
Inizia così la nostra esplorazione attraverso peculiarità e storie di quest’Isola, che forse non conosci ancora.


E come ogni buon viaggio, è necessario partire dalla storia del nome della località scelta, dal suo stemma e dalla sua popolazione.

In passato i greci la chiamarono “ICHNUSA”, letteralmente orma. Questo nome ti risulta familiare? Oggi corrisponde esattamente al nome della più famosa birra locale! I fenici poi la denominarono Sardan, da cui forse deriva la successiva versione latina “SANDALIOTIS”, probabilmente l’origine del nome attuale “Sardegna”. SANDALIOTIS significa sandalo, ispirato quindi, ancora una volta, alla forma dell’isola che ricorda proprio l’impronta di un piede.


La BANDIERA SARDA è ormai elemento distintivo comunemente riconosciuto: uno sfondo bianco con una croce rossa e le quattro teste dei mori con una benda (a simbolo della loro sconfitta). Questa raffigurazione si rifà alla leggenda secondo cui nel 1096 durante la battaglia di Alcoraz in cui combattevano Pietro d’Aragona contro i Saraceni, comparve sul campo un cavaliere vestito di bianco con una croce rossa sul petto. Questo cavaliere riuscì a mettere in fuga gli invasori, scomparendo a sua volta nel nulla e lasciando sul terreno di guerra le quattro teste dei quattro re saraceni. Solo in un secondo momento Pietro d’Aragona si accorse che il misterioso cavaliere era San Giorgio. Per ringraziarlo e ricordarlo, oltre che per celebrare la grande vittoria, il re variò il precedente stemma dell’isola istituendo la bandiera che tutti conosciamo.


Lo sapevi che la Sardegna è conosciuta come l’ISOLA DEI CENTENARI?

Non pochi scienziati e genetisti di tutto il mondo si sono interessati allo studio dei geni dal popolo sardo. Il loro scopo? Quello di individuare “l’elisir” che garantisce la nota longevità della popolazione sarda! Purtroppo nulla è ancora stato asserito per certo… quindi occorre accontentarsi di supporre che sia un mix magico tra abitudini e stile di vita, alimentazione e DNA. Certo è che (secondo i dati più recenti) sull’isola sono presenti oltre 300 centenari e ultracentenari!

Nonostante il popolo sardo sia legato da un forte sentimento di unione “interna” e di appartenenza, è curioso ricordare che esistono due località in Sardegna che si distinguono per la loro forte indipendenza e difformità dal resto dell’isola: Alghero e Carloforte.
ALGHERO, per lungo tempo colonia catalana, mantiene usanze simili a quelle spagnole tanto che capita di trovare le vie delle strade scritte in catalano.
CARLOFORTE, invece, ha ancor oggi un forte legame con la città di Genova, mantenendo radicati richiami nella lingua locale (dialetto tabarchino) e nelle tradizioni.
In ogni caso, l’intera popolazione sarda è strettamente connessa alle proprie usanze e tradizioni, a volte “ancestrali e curiose”, rifacentisi a leggende e miti che la rendono luogo ricco di mistero e fascino.

Parlando di LEGGENDE ED USANZE POPOLARI, sono così numerosissime e “sentite” dai locali che MOLTO spesso queste vengono confuse con la realtà.

Tra le più comuni, le leggende sulle JANAS, le antiche Donne Sarde a volte conosciute anche come “fate”, protagoniste di moltissime avventure. Abitavano in genere nelle celebri DOMUS DE JANAS, case in miniatura scavate nella roccia o a volte collocate in cima ai nuraghi di cui la Sardegna è “tappezzata”. Si tratta probabilmente di antichissime tombe prenuragiche, ma nella tradizione popolare vengono considerate dimora delle janas, donne di buona natura e dalla pelle candida e delicata. Secondo la leggenda, queste si palesano nelle notti di luna piena, dopo aver trascorso il loro tempo a tessere con un telaio d’oro, per dispensare aiuti a chiunque li richieda o necessiti. Ancor oggi si dice che, qualora fosse trovato uno dei telai abbandonati da queste fate, sotto potrebbe essere nascosto un immenso tesoro. Se anche le fate non esistessero nella realtà, le DOMUS DE JANAS sono reali e si possono visitare per certo nei dintorni di Porto Torres.


Un’altra leggenda nota è certamente quella legata alla figura dell’ACCABADORA, che secondo la tradizione era incaricata alla pratica dell’eutanasia a favore dei malati senza speranza.

Tra le più recenti, la leggenda che vorrebbe far coincidere la Sardegna con la mitica Atlantide (il continente collocato da Platone oltre le colonne d’Ercole, il canale di Sicilia), punita con un misterioso cataclisma dagli dei invidiosi della sua civiltà. Un’ipotesi bizzarra ma sempre più accreditata dai recenti studi sulle civiltà prenuragiche.

Tra le usanze più care ai sardi certamente il CARNEVALE, talmente amato da esser celebrato anche in estate; la tradizione del carnevale sardo poggia le radici su riti di matrice agropastorale, antichissima ma ancora viva, rappresentata in particolar modo dalle maschere dei Mamuthones.
Anche in occasione della festa di Ognissanti (Is Animeddas) e della Settimana Santa le PROCESSIONI in Sardegna sono molto “veraci” con processioni di impatto, specie quella degli “incappucciati”.




Spostiamo ora il nostro sguardo ad altri elementi, meno noti, ma che costituiscono un reale VANTO per l’isola.

Iniziamo dal suo SUGHERO, elemento ispiratore di questo articolo.


Nel nord della Sardegna (alta Gallura) si trova CALANGIANUS, un comune che dal 1987 fa parte dei 100 comuni della “piccola grande Italia”, ovvero la classifica dei 100 comuni più industrializzati della penisola. Il suo vanto sta nella produzione del sughero, un successo riconosciuto a livello mondiale.

Sin dai primi anni dell’Ottocento l’economia di questo paese e della zona si fonda sulla lavorazione del sughero. A quel tempo alcuni imprenditori francesi si stabilirono in alta Gallura e “trasformarono” le fitte sugherete locali in un’enorme fonte di ricchezza, e garantendo all’intera popolazione una determinante fonte di sostentamento.
La materia prima, ossia il sughero, viene estratta dalla quercia da sughero, attraverso un procedimento detto DEMASCHIATURA, che prevede l’incisione dello strato tuberoso senza causare lesione alcuna alla pianta. L’operatore che compie questa delicatissima operazione si chiama “lu bucadori”, l’estrattore del sughero. Segue una stagionatura e poi la lavorazione, la sterilizzazione e lo stoccaggio.
Date le ottime caratteristiche isolanti, il sughero viene impiegato non solo per la fabbricazione di tappi per vini di qualità, spumanti, grappe e champagne, ma anche nell’edilizia, nell’industria calzaturiera e nell’artigianato per la realizzazione di oggettistica di varia natura (borse, rivestimenti per orologi etc.). Ed è proprio in questa cittadina si trova la scuola professionale dedicata all’industria del sughero.

Dal 2011 esiste il Museo del Sughero di Calangianus, che preserva e racconta la cultura del sughero in tutte le sue sfaccettature, a mezzo di antichi macchinari, utensili per la lavorazione del sughero, una sezione multimediale con video che ripercorrono le fasi di lavorazione, dall’estrazione alla trasformazione, e addirittura una sala per convegni e laboratori didattici.


Sapevi che anche in Sardegna c’è il MAR MORTO?


Quando si parla di Mar Morto si allude al Medio Oriente… ma Mare Morto è anche il nome di una località che si trova lungo la parte sud-orientale dell’Area Marina Protetta “PENISOLA DEL SINIS – ISOLA DI MAL DI VENTRE”, all’interno del Golfo di Oristano (comune di Cabras). A differenza del più noto mare mediorientale, dove “non c’è vita a causa dell’altissima salinità”, il “Mare Morto sardo” è un luogo decisamente più animato, il cui nome è legato al fatto che quasi mai ci sono onde e quindi alla sua anomala tranquillità. Fin dal tempo dei fenici, veniva considerato uno dei migliori luoghi d’approdo. Oggi è un luogo amato dai diportisti che possono lasciare le loro imbarcazioni alla fonda senza preoccuparsi. La spiaggia corrispondente è conosciuta come “Su Siccu”, luogo carino e tranquillo, dove alle sue spalle, si apre il bellissimo stagno di Mistras, habitat di varie specie di uccelli acquatici, inclusi i fenicotteri rosa!


E se dicessimo che in Sardegna c’è una PIRAMIDE BABILONESE?

Nemmeno gli archeologi hanno saputo trovare una spiegazione: si tratta proprio di una delle celebri costruzioni a gradoni dell’area mesopotamica, chiamate ziqqurat (ziggurat, ziqqurath, ziggurath). Si trova vicino a Sassari, nel cosiddetto altare prenuragico di Monte d’Accoddi, regione della Nurra (Sardegna nord-occidentale, più precisamente nel comune di Sassari, in direzione di Porto). Oggi alcuni definiscono questa area archeologica la “Stonehenge” sarda.
Le uniche informazioni disponibili si riferiscono al complesso prenuragico di Monte d’Accoddi, di Civiltà Abealzu-Filigosa (seconda metà del IV millennio a.C.) scoperto nel 1947. Il famoso altare preistorico megalitico e le differenti tipologie costruttive rendono il monumento unico in Europa e nell’intero bacino del Mediterraneo, accomunandolo per la sua singolarità e morfologia ad una ziqqurat mesopotamica.
Il complesso si trova all’interno di un territorio con la presenza di altri monumenti preistorici, a breve distanza gli uni dagli altri. Tra i vari, oltre a quello citato, le necropoli di Su Crucifissu Mannu, Ponte Secco, Li Lioni, Sant’Ambrogio, Su Jaiu, Spina Santa e Marinaru, i dolmen e menhir di Frades Muros ed una decina di nuraghi.


Hai mai visto la PIANTA CARNIVORA che crescere in Sardegna?


Una scoperta senza precedenti effettuata da un équipe dell’università di Cagliari, guidata dal professor Gianluigi Bacchetta docente di botanica. La prima specie di pianta carnivora sarda si chiama PINGUICULA SEHUENSIS. Fu trovata sui monti di Montarbu, nel territorio di Seui, e classificata per la prima volta. La pianta “cattura insetti rilasciando sulle foglie una sostanza mucillaginosa per poi assorbirli lentamente per degrado progressivo”. Si presenta alta tra 8 e 14 cm, con una rosetta di foglie basali di una decina di centimetri; è molto rara e minacciata dal pericolo di estinzione. Phytotaxa, la più prestigiosa rivista scientifica internazionale di botanica, ha pubblicato un articolo su questa scoperta.

Beh, visto che parliamo di particolarità naturali, aggiungiamo una curiosità: le vipere non esistono in Sardegna. Perché? Semplice: l’isola si staccò dal resto del continente circa 25 milioni di anni fa, nell’Era Cenozoica. I viperidi sono arrivati in Europa in tempi molto più recenti e non sono riusciti a raggiungere la nostra bella isola, già ben lontana dalla terra ferma. Per la stessa ragione anche in Corsica non si registra la presenza di viperidi.


E se ti rivelassi che in Sardegna c’è un PAESE DEL VECCHIO WEST?

Si tratta di SAN SALVATORE DI SINIS, vicino a Cabras, nell’Oristanese, paese che (non a caso) in passato veniva usato come set cinematografico! Parliamo proprio del “West dei cowboys e degli indiani”… ma in piena Sardegna.


Parlando di questa zona diviene doveroso citare la sua bellezza selvagge ed al contempo romantiche. Il SINIS è costituito da un ambiente quasi surreale, con la presenza di miniere abbandonate, spiagge deserte di quarzo bianco (Is Arutas), stagni abitati da fenicotteri rosa, rovine fenicie (Tharros), dune di Piscinas, miniere abbandonate (Ingortosu e Planusartu,) Carloforte e l’isola di Sant’Antioco, capo Malfatano con la torre del XVI secolo, capo Spartivento e Chia … non servono parole per descrivere ma semplicitamente serve incitare alla visita.

Quanto alle MINIERE ABBANDONATE, siamo personalmente andati a visitare gli stabilimenti di archeologia industriale dell’Iglesiente: un’esperienza realmente consigliabile! Dalla miniera Malfidano di Buggerru a quelle di Masua e Nebida, nel territorio di Iglesias: un possibile trekking tra gli antichi camminamenti minerari del Sulcis-Iglesiente arricchito dai racconti degli ex minatori che oggi fungono da guide del parco Geominerario.
Questi villaggi minerari occupano aree a strapiombo sulle acque azzurre: impressionante tanto quanto ammaliante. All’interno del complesso di Masua ti puoi addentrare nei ruderi delle laverie, visitando le gallerie un tempo percorse da treni a vapore che arrivano direttamente al porto. Un museo è stato allestito in un ex fabbricato industriale.


E del CANYON PIÙ GRANDE D’EUROPA, che dire?


Proprio nel cuore roccioso della Sardegna, come una porta per le profondità della terra, si trova il canyon più grande di tutta l’Europa: LA GOLA DI GORROPU, uno stupendo suggestivo canyon naturale di origine carsica nel Supramonte, al confine tra i comuni di Orgosolo, Oliena, Urzulei e Dorgali.
Meta di curiosi e di amanti del trekking e della natura, offre panorami a dir poco mozzafiato per la natura ancora indomata. Per arrivarci occorre percorrere un tortuoso sentiero che da Genna Silana conduce al fondo della valle, tra macchia mediterranea e rocce calcaree modellate dal vento e dalle piogge nel corso dei secoli.


Anche se ora ormai non ti stupiamo più, beh, sappi che in Sardegna c’è l’ALBERO PIÙ ANTICO D’ITALIA

Longevi gli uomini, longeve le piante! Come terra fra le più antiche del mondo, la Sardegna ospita anche l’albero più antico d’Italia e fra i più antichi d’Europa. Residente nel comune di Luras (Olbia Tempio, non lontano da Tempio Pausania) è un antichissimo olivo chiamato “il Patriarca o S’Ozzastru, cioè, l’Olivastro”, il nonno di tutti gli alberi italiani. Più precisamente, in realtà, si tratta di una Olea europaea, la specie dalla quale derivano appunto le varietà delle piante da olio.
Le sue dimensioni sono veramente imponenti: 11.5 mt di circonferenza del tronco, 21 mt di diametro della chioma, 14 mt di altezza, età oltre 4000 anni. Il primato è stato riconosciuto dal ministero delle Politiche agricole e forestali (Mipaaf) dopo un censimento degli alberi monumentali d’Italia, previsto dalla legge 10/2013, che ha istituito la Giornata Nazionale degli Alberi ogni 21 Novembre


E ancora … Probabilmente é in Sardegna la CITTÀ PIÙ ANTICA D’ITALIA

L’antica Sulky, oggi Sant’Antioco, secondo alcuni studiosi è “la città più antica d’Italia”.
Questa importante rivelazione è emersa dopo il ritrovamento a Sant’Antioco di un’antica anfora datata addirittura 800 a.C., oltre a ceramiche fenicie ed altri tasselli; gli scavi sono stati effettuati durante la scuola estiva di archeologia. Gli studiosi hanno dedotto che l’insediamento di Sulky fu stabile già a cavallo dell’800 a.C. quando ancora in Italia non c’erano centri abitati stabili; già allora Sulky commerciava con l’Oriente rappresentando un punto di approdo fondamentale al centro del Mediterraneo, mentre la stessa Roma non era ancora edificata.


E che dire del fatto che ….  LA PRIMA ESIBIZIONE DI MADONNA IN ITALIA FU IN SARDEGNA?

Ebbene sì! La prima volta che la Regina del Pop si esibì in Italia lo fece proprio nel 1983 in una nota discoteca di Samassi, il Biggest, per il programma tv musicale “Discoring”.
Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna, non era ancora molto conosciuta in Italia.



Tra le tante curiosità da scoprire sulla Sardegna è imprescindibile un tuffo nelle delizie della sua gastronomia. Ma a questo, e ad approfondimenti di storia, cultura dell’isola di Ichnusa ci dedicheremo nei prossimi articoli.

Tags , ,

Questo sito utilizza cookie tecnici e permette l'installazione di cookies di terze parti per offrirti una corretta esperienza di navigazione. Continuando la lettura del sito riterremo che ne accetti l'utilizzo.